Inquinamento acustico: quanto incide sull’udito e come difendersi

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Dell’inquinamento acustico se ne parla poco e molto spesso è un aspetto sottovalutato. In realtà è un problema particolarmente sviluppato nelle grandi città o per chi lavora in ambienti molto rumorosi. E non si pensa che possa avere degli effetti negativi non solo sull’udito, ma anche sul benessere generale della persona.

In occasione della Giornata Internazionale di Sensibilizzazione sul Rumore (28 aprile – fonte AIA), vogliamo approfondire prima di tutto cosa si intende per inquinamento acustico e successivamente comprendere quali sono i danni che può arrecare, fino a valutare a quali protezioni utilizzare per poter stare più tranquilli.

inquinamento acustico ed udito

Inquinamento acustico: cos’è?

Per inquinamento acustico intendiamo un insieme di rumori che possono essere causati per esempio dal traffico cittadino, da strumenti di lavoro, da mezzi di trasporto o da elettrodomestici. L’esposizione prolungata nel tempo a questi ed altri rumori crea danni alle persone e, proprio per questo, già nel 1995 è stata emanata la legge quadro sull’inquinamento acustico (l.447/1995) poi revisionata con il Dlgs 42/2017. Questa legge pone degli obblighi verso lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni che devono vigilare sul territorio di competenza per rimediare, come nel caso dell’inquinamento atmosferico, a fenomeni di crisi rispetto all’inquinamento acustico.

Ma quali danni arreca questo tipo di inquinamento alla persona? Vediamolo di seguito.

I danni dell’inquinamento acustico, alla persona e non solo

La Commissione Europea parla di inquinamento acustico definendolo come problema crescente che determina una serie di danni alla salute e alla fauna. Infatti, non solo le persone sono interessate da questo fenomeno, ma anche gli animali che vivono intorno a noi. Dall’animale domestico, il nostro cane e il nostro gatto, e tutti quei mammiferi che vivono nell’ambiente circostante. Per questo, la Commissione Europea chiede agli Stati Membri di registrare i dati sull’inquinamento acustico nelle città, negli aeroporti, nelle ferrovie e autostrade. La prima fonte di rumore nelle città è il traffico e, quando siamo esposti a questo per molto tempo, i danni possono essere molto gravi. La Commissione Europea mette in allerta avvisando che un’esposizione prolungata a livelli di rumore superiori a 55 dB può provocare danni alla salute, come l’aumento della pressione sanguigna, causa spesso di infarti.

La seconda relazione di AEA (Agenzia Europea dell’Ambiente) sull’inquinamento acustico evidenzia come il 20 % della popolazione europea (circa 100 milioni di persone) sia esposta a lungo termine a rumori nocivi alla salute e che la situazione generale, a lungo termine, non migliorerà a causa della tendenza alla maggiore urbanizzazione a alla sempre maggiore richiesta di mobilità.

In generale, possiamo parlare di danni fisici uditivi ed extrauditivi. Nel primo caso, consideriamo i danni arrecati all’udito, che porta alla conseguente ipoacusia. Nel secondo caso parliamo di danni che sono legati al già citato aumento della pressione arteriosa, a disturbi gastrointestinali, ad alterazioni del sistema nervoso che portano a situazioni di stress più o meno gravi. Le attività svolte in ambiente rumoroso, come lo studio o il lavoro, vengono notevolmente disturbate dal rumore. Non dovremmo essere esposti ad un rumore superiore ai 40 – 45 dB, soprattutto nella fase del sonno, perché proprio questo risulta essere disturbato, soprattutto se si vive nelle grandi città. Ecco allora che fenomeni più evidenti nella nostra vita quotidiana sono la irritabilità, i disturbi del sonno, la compromissione delle facoltà cognitive ne bambini. è indubbio che l’inquinamento acustico incida notevolmente sul nostro benessere psicofisico, quasi come l’inquinamento atmosferico.

Ma nella vita di tutti i giorni, come possiamo proteggerci dall’inquinamento acustico?

Protezione contro l’inquinamento acustico

Possiamo attuare alcuni accorgimenti per poter vivere meglio rispetto all’inquinamento acustico. Si tratta di piccole e grandi misure che possiamo decidere di mettere in atto a livello singolo o a livello comunitario.

In ambito lavorativo, se dobbiamo esporci al rumore, è bene portare sempre i dispositivi di protezione che l’azienda è tenuta a fornirci. Tra le nostre mura domestiche e nei nostri uffici, possiamo invece insonorizzare maggiormente gli ambienti utilizzando dei materiali fonoassorbenti per le pareti e degli infissi con chiusura ermetica, posati a regola d’arte e con vetri spessi.

Se possiamo, inoltre, dobbiamo utilizzare degli accorgimenti semplici anche con l’utilizzo degli elettrodomestici. Dall’evitare il volume troppo alto di radio e televisione, allo scegliere elettrodomestici meno rumorosi. Nel caso di lavatrici ed asciugatrici, se possibile, è bene comprare quelle che producono meno rumore o posizionarle in luoghi dov’è possibile “tenerle lontane” dall’orecchio. Per quanto riguarda trapani e similari, invece, è consigliato usare delle cuffie protettive. Piccoli gesti che servono per tutelare il nostro udito.

A livello più esteso, dobbiamo seriamente impegnarci nell’utilizzo più moderato di mezzi di trasporto rumorosi, prediligendo quelli elettrici o, se possibile, biciclette e mezzi completamente green. La società deve orientarsi verso uno stile di vita più sostenibile. Poco alla volta, con piccoli e grandi gesti e anche grazie alle nuove normative ambientali e sulla salute, potremo vivere un ambiente più sostenibile sia per il nostro udito, sia per il nostro benessere generale.